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martedì 18 maggio 2010

Comunicato dei capi spirituali hopi


Da Hotevilla, Arizona nella Nazione Sovrana degli
Hopi il Capo Dan Evehena, Anziano degli Anziani,
nel suo messaggio finale all'umanita', ha detto:

Sono molto contento d'avere questa opportunita',
questo momento per inviare questo messaggio a
voi.

Stiamo celebrando un tempo della nostra storia
contemporaneamente pieno di gioia e tristezza.

Mi fa' molto piacere che i nostri fratelli Indu'
ci abbiano dato l'opportunita' di condividere
queste emozioni con voi, perche' sappiamo che
molti di voi hanno gli stessi problemi.

Noi Hopi crediamo che la razza umana,sin dal
principio, sia passata attraverso tre diversi
mondi e vite.

Alla fine di ogni precedente mondo, la vita umana
e' stata purificata o punita dal Grande Spirito
"Massauu" principalmente a causa della
corruzione, rancore ed all'allontanemento dagli
insegnamenti del Grande Spirito.

L'ultima grande distruzione e' stato il diluvio
che ha distrutto tutto tranne alcuni che, pieni
di fede, hanno chiesto ed ottenuto il permesso
dal Grande Spirito, di vivere con Lui in questa
nuova terra.

Il Grade Spirito disse:"Sta a Voi, se siete
disposti a vivere la mia povera, umile e semplice
vita. E' difficile, ma se accettate di vivere
secondo i miei insegnamenti ed istruzioni, se non
perderete mai la fede nella vita che vi daro',
allora potrete venire e vivere con me". Gli Hopi
e tutti quanti sono stati salvati dal diluvio
fecero un patto sacro con il Grande Spirito, a
quel tempo.

Noi Hopi facemmo la promessa che non ci saremmo
mai allontanati da Lui.

Per noi le leggi del Creatore non cambiano, ne'
si modificano.

Per gli Hopi, il Grande Spirito puo' tutto.

Egli e' apparso alle prime genti come un uomo ed
ha parlato con loro agli inizi della creazione di
questo mondo.

Ci ha insegnato come vivere, predicare, dove
andare e che cibo portare, ci ha dato semi da
piantare e raccogliere.

Ci ha dato una serie di sacre tavole di pietra
nelle quali Egli ha inoculato tutti gli
insegnamenti per la salvaguardia della sua terra
e vita.

Sulle tavolette di pietra si trovano istruzioni e
profezie ed avvertimenti.

Tutto questo e' stato fatto con l'aiuto di Spider
Woman (Donna Ragno) e dei Suoi Due nipoti.

Erano saggi e potenti aiutanti del Grande
Spirito.

Prima che il Grande Spirito si andasse a
nascondere, Egli e Spider Woman posero davanti ai
leaders dei vari gruppi di genti molti colori e
dimensioni di granoturco, affinche' ciscuno
scegliesse il suo cibo in questo mondo.

Gli Hopi furono gli ultimi a scegliere il loro
cibo in questo mondo.

Gli Hopi scelsero la piu' piccola tra le
pannocchie di granoturco.


Allora Massauu disse:" Voi mi avete dimostrato di
essere saggi ed umili. Per questa ragione sarete
chiamati Hopi (popolo della pace) ed Io porro'
sotto la Vostra autorita' tutta la terra e la
vita affinche' ne siate i guardiani, la
proteggiate e la conservite per me fino al mio
ritorno in giorni lontani giacche' io sono il
Primo e l'Ultimo".

Questo e' il motivo per cui, quando un Hopi e'
ordinato all'interno del piu' alto ordine
religioso, la terra e tutte le cose viventi
vengono poste nelle sue mani.

Egli diventa il genitore di tutte le vite del
mondo.

Egli ha titolo per dare consigli e correggere i
suoi figli in qualsiasi modo pacifico gli sia
possibile.

Per questo noi non ci arrendiamo mai, sappiamo
che il nostro messaggio di pace raggiungera' i
nostri figli.

Poi, e' insieme ad altri capi che il futuro dei
nostri fligli predera' forma.

Noi siamo stati istruiti a mantenere bilanciato
questo mondo, tra la terra ed i vari universi,
con preghiere speciali e riti che continuano in
questi giorni.

Le tavolette furono date ai Due Nipoti di Spider
Woman.

I due fratelli furono poi istruiti di portarle
laddove il Grande Spirito li istrui'.

Il fratello maggiore fu' immediatamente inviato
ad est, verso il sole nascente ed, all'arrivo a
destino, fu istruito di iniziare immediatamente a
cercare il suo fratello minore che sarebbe dovuto
rimanere nella terra del Grande Spirito.

La missione del Fratello Maggiore, al suo
ritorno, fu di aiutare il piu' giovane fratello
(Hopi) a creare la pace, la fratellanza e la vita
infinita al suo ritorno.

Hopi, il fratello pi' giovane, fu itruito di
coprire tutta la terra e marcarla bene con
impronte di piedi e sacri segni, al fine di
poterla richiedere come terra del Creatore, e
pace in terra.

Noi abbiamo creato e stabilito i nostri
cerimoniali e luoghi sacri per mantenere questo
mondo bilanciato in accordo con la nostra prima
promessa al Creatore.

Cosi' e' come va' la nostra storia di popolo
migratore, fino a quando incontrammo il Creatore
in Old Obribe (luogo che solidifica) piu' di 1000
anni fa'.

Fu' durante quell'incontro che ci vennero date
queste profezie da comunicarvi ora, alla chiusura
del Qaurto mondo di distruzione ed inizio del
Quinto mondo di pace.

Egli ci ha dato molte profezie da comunicarvi, e
per tutte e' arrivata l'ora.

E' cosi' che noi sappiamo che il tempo giusto e'
questo, per rivelare gli ultimi avvertimenti ed
istruzioni all'umanita'.

Ci e' stto detto di stabilirci permanentemente
qui, nella terra degli Hopi, dove abbiamo
incontrato il Grande Spirito e di aspettare il
ritorno del Fratello Maggiore, andato ad Est.

Quando ritornera' alla sua terra, porra' le sue
tavolette di pietra fianco afianco, per
dimostrare a tutto il mondo che siamo tutti
fratelli.

Quando quanto e' stato predetto raggiungera' il
suo culmine e verra' inventato, quello che gli
Hopi considerano una zucca di cenere, un
contenitore che, fatto cadere sulla terra,
portera' la distruzione totale per un largo
raggio, e nulla ivi crescera' per moltissimo
tempo.

Quando i leaders scelsero le vie malvagie
anziche' quella del Grande Spirito, ci e' stato
detto che ci sarebbero statei molti modi per
distruggere questa vita.

Se l'umanita' non dara' retta alle nostre
profezie e non ritornera' all'originale
spiritualita'

Ci e' stato comunicato di tre aiutanti
commissionati dal Grande Spirito d'aiutare il
popolo Hopi a portare la pace al mondo;
appariranno per aiutarci e noi non dovremo
cambiare le nostre case, i nostri cerimoniali, i
nostri capelli, perche' i tre aiutanti potrebbero
non riconoscerci come i veri Hopi.

Per questo abbiamo aspettato tutti questi anni.


E' noto che il nostro Vero Fratello Bianco,
quando verra', sara' tutto potere ed indossera'
un cappello rosso, o una maschera rossa.

Sara' una vasta popolazione, non appartenente a
nessuna religione se non lasua.

Portera' con se le sacre tavolette di pietra.

Con lui ci saranno due magnifici, entrambi molto
saggi e potenti.

Uno avra' il simbolo o segno della svastica, che
rappresenta purezza ed e' Femminile, produttore
di vita.

Il terso, o secondo dei due aiutanti al nostro
Vero Fratello Bianco, avra' il segno del simbolo
del sole.

Anche lui avra' molte genti e sara' saggio e
potente.

Noi abbiamo tutt'oggi, nelle nostre sacre
"Kachina" cerimonie, un sonaglio con i simboli di
questi potenti aiutanti il nostro Vero Fratello.

La profezia inoltre dice che, se questi non
riusciranno a portare a compimento la loro
missione, allora quello dell'Ovest arrivera' come
una furia della natura.

Sara' enorme nel numero, e senza pieta'.

Quando arrivera' coprira' la terra come le
formiche rosse, e si appropriera' di questo suolo
in un giorno.

Se i tre aiutanti scelti dal Creatore riusciranno
a portare a termine la loro sacra missione ed
anche se rimarranno solamente uno, due o tre Hopi
che rimarranno fedeli agli insegnamenti ed
istruzioni del Grande Spirito, Massauu apparira'
davanti a tutti ed il nostro mondo sara' salvo.

I tre ci condurranno verso il nuovo piano di vita
che conduce alla vita infinita ed alla pace.

Il mondo verra' rinnovato e sara' nuovo come lo
era al principio.

I fiori sbocceranno ancora, il gioco della vita
riprendera' in terre sterili e ci sara'
abbondanza di cibo per tutti.

Coloro i quali saranno salvati condivideranno
tutto e riconosceranno Grande Spirito e
parleranno una sola lingua.

Noi tutti stiamo ora affrontando grandi problemi,
non solamente qui, ma in tutta la terra.

Culture del passato vengono alienate.

Ai nostri popoli vengono sottratte le terre,
lasciandoli senza un luogo da poter chiamare loro
proprio.

Perche' succede questo?

Succede perche' molti hanno abbandonato o
manipolato i loro insegnamenti spirituali
d'origine.

La modalita' di vita che il Grande Spirito ha
dato a tutti i popoli della terra, laddove gli
insegnamenti non vengono onorati.

E' per questo grande male chiamato rancore, che
infetta ogni terra e paese, che la gente semplice
sta perdendo quello che era riuscita a mantenere
per milioni d'anni.

Ora siamo alla fine del nostro cammino.

Molti non riconoscono piu' la vera strada
indicata dal Grande Spirito.

In verita', non hanno alcun rispetto per il
Grande Spirito o per la nostra preziosa Madre
Terra, che da' a tutti noi la vita.

Ci era stato detto, nelle profezie, che tutto
cio' sarebbe accaduto.

Ci era stato detto che qualcuno sarebe andato
sulla luna: che qualcosa sarebbe stato portato
dalla luna: che dopo cio' la natura avrebbe
iniziato a mostrare segni di sbilanciamento.

Ora vediamo che questo sta succedendo.

In tutto il mondo ci sono segni che la natura non
e' piu' bilanciata.

Inondazioni, siccita', terremoti e violenti
temporali accadono, causando grandi dolori.

Non vogliamo che questo succeda nel nostro paese
e preghiamo il Grande Spirito di salvarci da
cio'.

Ma ci sono segni che indicano che queste stesse
cose potrebbero accadere nella nostra terra,
molto presto.

Ora dobbiamo curarci gli uni degli altri, come
fratelli e sorelle.

Non e' piu' tempo di divisioni tra popoli.

Oggi, chiamo a tutti noi, da questa casa,
Hotevilla, dove anche noi siamo colpevoli di
chiacchiere e di creare divisioni anche
all'interno delle nostre famiglie; mando il mio
richiamo laddove ladrocinio, guerra e menzogna
fanno parte di tutti i giorni.

Queste dimensioni non saranno la nostra salvezza.

Le guerre portano altre guerre, mai la pace.

Solamente unendoci con amore gli uni per gli
altri, con amore nei nostri cuori per il Grande
Spirito e per Madre Terra, riusciremo a salvarci
dal terribile Giorno di Purificazione che non e'
molto lontano da noi.

In questo mondo ci sono molte persone oneste.

Conosciamo la vostra spiritualita' perche' siamo
i "Nonni della Societa' Umana" incaricati di
pregare per voi e per tutte le vite sulla terra,
senza mai dimenticare nessuno e niente nelle
nostri cerimoniali.

La nostra preghiera e' di avere una vita buona e
felice, sufficiente pioggia gentile per avere
abbondanti raccolti.

Preghiamo per avere un mondo bilanciato, per
vivere felicemente e lasciare un magnifico mondo
per i bambini che nasceranno.

Sappiamo che il vostro cuore e' buono, ma un buon
cuore non e' sufficiente per aiutarci con questi
grandi problemi.

In passato, alcuni di voi hanno cercato di
aiutare noi Hopi, e saremo sempre grati per i
vostri sforzi.

Ma ora necessitiamo del vostro aiuto ancora di
piu'.

Vogliamo che la gente del mondo sappia la verita'
circa la nostra situazione.

Queta terra che molti chiamano Terra della
liberta' celebra molti giorni ricordando ai
popoli queste cose.

Ma in piu' di 200 anni gli Americani originali
non hanno visto un giorno libero.

Stiamo sopportando l'insulto finale.

Il nostro popolo sta perdendo l'unica cosa che
da' vita e ragione di vita -- la nostra terra
cerimoniale, che ci e' stata sottratta.

Hotevilla e' l'ultimo luogo tradizionale, per i
Nativi Americani, consacrato, indisturbato;
l'ultimo altare al Creatore.

Come dice la profezia, questo lugo sacro, o
altare, deve mantenere i sui cancelli spirituali
aperti.

Questo villaggio e' il vortice spirituale
attraverso il quale gli Hopi riusciranno a
guidare i molti Nativi Americani che si stanno
risvegliando, e con loro altri cuori puri, a
casa, alla loro vera cultura.

Hotevilla e' stata fondata dagli ultimi anziani
spirituali per mantenere la pace e bilanciazione
in questo continente, dal fondo del Sud America
sino all'Alaska.

Molti dei nostri amici dicono che Hotevilla e' un
altare sacro, un tesoro nazionale e mondiale che
si deve preservare.

Necessitiamo del vostro aiuto.

Dov'e' la liberta' per la quale tutti voi
combattete e per la quale sacrificate i vostri
figli?

Sono solamente gli Indiani che hanno perso, o
stanno tutti gli Americani perdendo quella cosa
che originariamente sono venuti qui a cercare?

Noi non condividiamo la liberta' di stampa
perche' quello che va' sui giornali e' quello che
il governo vuole che la gente creda, no quello
che sta realmente accadendo.

Non abbiamo liberta' di parola, perche' siamo
perseguitati dalla nostra stessa gente per
verbalizzare il nostro credo.

Siamo nella fase finale, ora, e c'e' un'ultima
forza che sta per prenderci l'ultima terra natale
che ci e' rimasta.

Ancora ci vengono negate molte cose, incluso il
diritto d'essere Hopi e procurarci da vivere in
accordo con i nostri insegnamenti religiosi.

Leader degli Hopi hanno avvisato leaders alla
Casa Bianca e leaders alla Casa di Vetro, ma non
ascoltano.

Cosi', come dice la nostra profezia, saranno i
puri di cuore, che non avranno paura d'aiutarci,
a lavorare con noi per portare a compimento il
nostro destino in pace, per questo mondo.

Ora noi siamo ad un bivio, se guidare noi stessi
verso la vita eterna o verso la distruzione
totale.

Noi crediamo che la spiritualita' dell'essere
umano, attraverso la preghiara, e' cosi' potente
da decidere la vita nel mondo.

Per cio', molta gente e' venuta nella terra degli
Hopi ad incontrarci.

Abbiamo incontrato alcuni di voi nelle vostre
terre.

Molte volte le persone ci hanno chiesto come
possono aiutarci.

Ora spero e prego che il vostri aiuto arrivi.

Se avete un mezzo per diffondere la verita',
attraverso giornali, radio, libri, attraverso
incontri con persone di potere, dite la verita'!

Dite loro quello che sapete essere vero.

Dite loro quello che avete visto qui; quello che
ci avete sentito dire; quello che avete visto con
i vostri occhi.

In questo modo, dovessimo cadere, che si dica che
abbiamo provato, fino all'ultimo momento, a
mantenere la pace come siamo stati
originariamente istruiti dal Grande Spirito.

Doveste aver successo, tutti noi dovremo capire
gli errori del passato e ritornare nella retta
via per vivere in armonia come fratelli e
sorelle, con dividendo nostra madre, la terra,
con tutte le altre creature.

In questo modo potremo far nascere un nuovo
mondo.

Un mondo che sara' condotto dal Grande Spirito e
nostra madre procurera' molta gioia per tutti.

Siate benedetti, ogn'uno di voi; sappiate che le
nostre preghiere per la pace si uniranno alle
vostre, come il sole sorge e tramonta.

Che il Grande Spirito vi guidi nella strada
dell'amore, pace liberta' e Dio in questa Madre
Terra.

Che gli antichi sacerdoti dell'amore e della luce
vi mantengano in salvo nella vostra terra e nelle
vostre case.

Pregate perche Dio vi dia qualcosa di importante
da fare in questo lavoro che ci attende, di
portare la pace sulla terra.

Noi Hopi continuamo a tenere le sacre tavolette
di pietra ed ora aspettiamo l'arrivo del nostro
vero Fratello Bianco e di altri pronti per
lavorare perla pace del Creatore sulla terra.

State bene, figli miei, ed abbiate buoni pensieri
di pace ed unita'.

Pace per tutta la vita sulla terra e pace l'uno
verso l'altro nelle nostre case, famiglie e
paesi.

Non siamo poi cosi' diversi, agli occhi del
Creatore.

Lo stesso splendodo Padre Sole illumina ogn'uno
di noi ogni giorno, cosi' come Madre Terra
prepara la sostenza sulle nostre tavole; non e'
forse cosi'? Siamo un tutt'uno, dopo tutto.

lunedì 17 maggio 2010

Come gli Uomini e le Donne si unirono (Blood-Piegan)

Il vecchio aveva fatto il Mondo ed ogni cosa su di esso.. Aveva fatto ogni cosa per bene, ad eccezione del fatto che aveva messo gli uomini da una parte e le donne in un altro, alquanto distanti tra loro. E così essi vissero per un certo tempo separati.
Gli uomini e le donne facevano ogni cosa esattamente allo stesso modo. Entrambi avevano "Salti di Bufalo" - cioè ripidi dirupi verso i quali spingevano le mandrie di bufali affinchè gli animali morissero nel cadere in fondo alla valle- e sia gli uomini che le donne squartavano gli animali morti.
Questa carne era il loro solo cibo, perchè non avevano ancora scoperto che altre cose fossero buone da mangiare.
Dopo un certo tempo gli uomini impararono il modo di fare archi e freccie, e le donne il modo di conciare le pelli di bufalo, fare le tende e bei vestiti decorati con aculei di porcospino.
Un giorno il Vecchio disse tra se e se: "Penso di aver fatto ogni cosa per bene, ma ho commesso un grave errore a mettere uomini e donne in posti diversi. In questo non v'è gioia ne piacere. Gli uomini e le donne sono assai diversi tra loro, e queste diversità devono servire ad unirli affinchè possa esserci più gente. Devo fare in modo che gli uomini si uniscano alle donne. Vi metterò del piacere, del buon sentimento: altrimenti gli uomini si lamenterebbero ne fare ciò che è necessario fare. Devo dare un esempio io stesso"
Il Vecchio si incamminò verso il luogo dove vivevano le donne, ma dovette viaggiare quattro giorni e quattro notti prima di poter vedere il loro accampamento. Si nascose dietro alcuni alberi e si mise ad osservare. Poi si disse tra sè e sè: "Oh, che bella vita che fanno! hanno delle eleganti tende fatte di pelle di bufalo conciate, mentre noi uomini abbiamo soltanto ripari do arbusti o rozzi e fetidi nascondigli d'erba per ripararci. E guarda che vestiti eleganti indossano, mentre noi dobbiamo andare in giro con poche pelli intorno ai fianchi! Ho fatto veramente un errore a mettere le donne così lontane da noi. Esse devono venire con noi e fare anche per noi delle eleganti tende e bei vestiti. Tornerò indietro e chiederò agli altri uomini cosa ne pensano di questo"
Così il vecchio ritornò al suo accampamento e raccontò agli uomini quello che aveva visto. Quando ebbero udito quante cose utili avevano le donne, gli uomini dissero: "Andiamo laggiù ed uniamoci a questi esseri umani diversi".
"Non sono soltanto quelle cose che è importante avere" Disse il vecchio "C'è dell'altro, ho in programma di creare una cosa molto piacevole".
Ebbene mentre tutto questo accadeva nell'accampamento degli uomini, la donna capo del villaggio femminile aveva nel frattempo scoperto le tracce che il vecchio aveva lasciato sul terreno mentre gironzolava la intorno. Ordinò ad una giovane donna di seguirle e di riferire in merito. La donna arrivò presso l'accampamento degli uomini, si nascose ed osservò per un certo tempo. Quindi si affrettò a ritornare dalle donne il più velocemente possibile e disse a tutte quante: "C'è un accampamento laggiù con degli esseri umani che vi abitano. Sembrano diversi, più alti e più forti. Oh, sorelle, quegli esseri vivono molto bene, molto meglio di noi. Usano per cacciare bastoni sottili ed appuntiti e con quelli uccidono qualsiasi genere di selvaggina, cibo che noi non abbiamo. Essi non hanno mai fame."

Quando ebbero udito ciò, tutte le donne dissero: "Come desideriamo che quegli strani esseri umani vengano qua e ci procurino ogni genere di cibo!".
Mentre le donne stavano terminando la loro riunione, gli uomini avevano gia superato la collina ed erano difronte l'accampamento.
Le donne li osservarono e videro come fossero vestiti miseramente, con appena un piccola striscia di pelle intorno alla vita. Esse osservarono gli arruffati capelli degli uomini e sentirono il forte odore che quei corpi non lavati emanavano.
Poi si dissero l'un l'altra: "Questi esseri chiamati uomini non sanno vivere come si deve. Non hanno vesti adatte sono sporchi e puzzano. Non vogliamo gente come quella". La donna capo tirò un sasso al vecchio gridando "Vai Via!". Poi tutte le donne iniziarono a tirare pietre e a gridare "Andate Via!".
Il Vecchio disse: "Non è stato un errore mettere queste creature lontano da noi. Le donne sono pericolose. Non avrei dovuto crearle." Ed il vecchio e tutti gli altri tornarono alle loro dimore.
Dopo che gli uomini furono partiti la Donna Capo ebbe un ripensamento -come spesso accade alle donne- "Quei poveri uomini, non conoscono nient'altro di meglio, ma potremmo insegnar loro. Noi potremmo fare abiti per loro. Invece di farli arrossire, forse potremmo ottenere che ritornino se ci abbigliamo alla loro stessa povera maniera, ossia con un pezzo di pelle e pelliccia intorno alla vita".
E nell'accampamento degli uomini il vecchio disse: "Forse dovremmo tentare ancora una volta di incontrare quelle donne. Si, dovremmo dar loro un'altra opportunità. Guardate cosa ho fatto furtivamente".
Aprì la sua sacca da viaggio, nella quale teneva carne essiccata ed altre provviste, e da quella trasse fuori uno splendente corredo bianco di pelle di daino. "Sono riuscito a rubarlo mentre le donne non guardavano. E' troppo piccolo per me, ma vi aggiungerò una piccola pelle di bufalo qui e una pelle d'orso là, e metterò una protezione dove non arrivano ad unirsi sopra il mio stomaco. Acconcerò i miei capelli e mi dipingerò la faccia. Allora forse quella donna Capo mi guarderà con nuovi occhi. Lasciate che vada prima da solo a parlare con quelle creature femminili. Restate un poco indietro e aspettate finchè non abbia sistemato le cose"
Così il veggio si abbigliò come meglio potè. Si purificò con un bagno di vapore che aveva escogitato per quello scopo. Si specchiò nelle acque del lago ed esclamò "Oh, quanto sono bello! Non ho mai pensato di essere così attraente! Ora piacerò di sicuro a quella Donna Capo"
Quindi il vecchio ritornò all'accampamento delle donne. Di guardia v'era una donna e benchè gli uomini fossero un po nascosta, essa li vide arrivare. Poi scoprì il vecchio, che da solo, stava ritto in piedi sulla collina ad osservare il campo. Essa corse a chiamare la donna capo, che insieme alle altre donne stava scuoiando dei quarti di bufalo. Per questo lavoro s'erano messe le vesti più misere: ossia dei pezzi di rozze pelli, con appena un buco per far passare la testa o anche soltanto una striscia di pelle intorno alla vita. Inoltre quel poco che indossavano era sporco di sangue e puzzavano di carne macellata di fresco.
Persino dal loro viso e dalle loro mani colava in sangue.
"Andremo incontro a quegli uomini proprio come ci troviamo", disse la donna capo. "Sono sicura che apprezzeranno il fatto che siamo abbigliate come loro".
Così la donna capo andò sulla collina sulla quale stava ritto il vecchio, e le altre donne la seguirono.
Quando il Vecchio vide il capo delle donne di fronte a lui in quegli abiti da macellaio, con il raschiatoio di pietra ancora in mano, i capelli sporchi e disciolti, esclamò: "Ah! Ohibò! questa donna capo è sporca. E vestita di cenci coperti di sangue. Puzza. Non voglio avere niente a che fare con una creatura del genere. E le altre donne le assomigliano. No, non ho commesso un errore a mettere questi esseri lontano da noi uomini!"
E ciò detto si voltò e ritornò per la sua strada dalla quale era venuto, seguito da tutti gli uomini.
"Sembra che non ne facciamo una giusta" disse la donna capo. "Comunque sia, questi esseri maschili hanno frainteso. Ma sono ancora convinta che dovremmo unirci a loro. Forse hanno qualcosa che noi non abbiamo e forse noi abbiamo qualcosa che loro non hanno, e queste cose devono unirsi. Cercheremo ancora una volta di farci capire. Facciamoci belle".
Le donne andarono a fare il bagno nel fiume. Si lavarono e pettinarono i capelli, si fecero trecce e le fermarono con spille d'osso e fili di conchiglie. Indossarono le più belle e conciate vesti bianco splendenti di pelle di daino ornate di meravigliosi disegni di aculei di porcospino e con più colori dello stesso arcobaleno. Si misero poi al collo delle collane d'osso e conchiglie e dei braccialetti pure di conchiglie intorno ai polsi. Calzarono mocassini piumati ed alla fine si dipinsero le guance con sacra pittura rossa. Messesi così tutte in ghingheri intrapresero il cammino verso l'accampamento degli uomini.
Nel villaggio delle creature maschili il Vecchio era imbronciato e di cattivo umore. Non v'era niente che lo rendesse soddisfatto. nessun cibo gli andava. Dormiva a tratti, s'arrabbiava per nulla e lo stesso accadeva a tutti gli uomini.
"Non so cosa mi prende" disse il Vecchio "Desidero che le donne siano belle e non brutte, profumate e non puzzolenti, di indole buona e che non si presentino a noi con dei coltelli o delle pietre sanguinanti in mano"
"Lo vogliamo anche noi" dissero tutti gli altri uomini.
In quel momento una vedetta arrivò di corsa e disse al Vecchio: "Gli esseri femminili stanno marciando in questa direzione, verso il nostro campo. Probabilmente arriveranno per ucciderci. Presto ognuno prenda arco e frecce!"
"No! Un momento!" disse il vecchio "Svelti! andate al fiume lavatevi, ungetevi e cospargetevi il corpo di grasso. Acconciatevi i capelli in modo piacevole. Profumatevi con fumo di cedro. indossate i migliori indumenti. Dipingetevi il viso con sacro colore rosso. mettetevi delle brillanti penne sulla testa". Il vecchio fece altrettanto. Si abbigliò con le vesti ornate di aculei che aveva sottratto all'accampamento delle donne e che aveva trasformato in una camicia da querriero e indossò il grande copricapo di capo ed un collare di artigli d'orso. Così abbigliati gli uomini si radunarono all'ingresso dell'accampamento in attesa dell'arrivo delle donne.
Le donne arrivarono cantando. Le loro bianche vesti ornate di aculei fecero luccicare gli occhi degli uomini. i loro bianchi corpi emanavano il buon profumo dei freschi prati. le loro guance brillavano di sacra pittura rossa.
Il vecchio esclamò: "Diamine! sono belli questi esseri femminili! Mi deliziano gli occhi! Il loro canto è meravigliosamente piacevole per le mie orecchie. I loro corpi sono fragranti e seducenti!"
"Fanno sobbalzare il nostro cuore" dissero gli altri.
"Andrò a parlare con il loro capo" disse il vecchio "Sistemerò le cose con lei".
Nello stesso tempo la donna capo commentava con le altre "Diamine! questi esseri maschili non sono così rozzi come pensavamo. La loro turbolenza è segno di forza. I muscoli delle loro braccia sono piacevoli a vedersi. Il profondo suono delle loro voci fa tremare le mie orecchie. Non sono affatto male questi uomini".
Il vecchio andò incontro alla donna capo e disse: "Andiamo tu ed io in qualche posto e parliamo".
"Si facciamo così" rispose la donna capo. E si appartarono. La donna capo osservò il vecchio e trovò il suo aspetto piacevole. Il vecchio guardò la donna capo ed il suo cuore battè di gioia. Quindi disse alla donna capo: "Vorrei cercare di fare una cosa che non è mai stata fatta prima".
"A me piace sempre di far cose nuove ed utili" rispose lei.
"Forse nel cercare di farlo bisognerebbe mettersi distesi" disse il vecchio.
"Forse si" convenne la donna capo. E si coricarono.
Dopo un po il vecchio disse: "Questa è sicuramente la cosa più meravigliosa che mi sia mai capitata. una cosa così meravigliosa non potevo nemmeno immaginarla".
"Ed io" disse la donna capo "Non ho mai sognato di potermi sentire così bene. Questo è persino meglio di mangiare lingue di bufalo. E' troppo bello per essere appropiatamente descritto."
"Andiamo e raccontiamo agli altri" disse il Vecchio.
Quando il vecchio e la donna capo tornarono all'accampamento non trovarono nessuno. Tutte le creature maschili e tutti gli esseri femminili si erano già appaiati ed erano andati qua e la, ciascuna coppia in un differente luogo. Non avevano bisogno di essere istruiti su questa nuova cosa; l'avevano gia scoperta da soli.
Quando gli uomini e le donne tornarono da dove erano andati, erano tutti sorridenti; i loro interi corpi sembravano sorridere, così almeno sembrava.
In seguito le donne si trasferirono nell'accampamento degli uomini, portando tutte le loro cose e le loro abilità.
Da allora le donne ricamarono e conciarono per gli uomini; gli uomini cacciarono per le donne. Da allora ci fu amore. Da allora ci fu felicità. Da allora ci furono matrimoni. Da allora ci furono bambini.

Basato su quattro frammenti datati tra il 1883 e il 1910
Da: "Miti e leggende degli indiani d'america"
Edizioni Paoline 1989


domenica 16 maggio 2010

Così...

"...Sia chiaro, ovviamente sono d'accordo sul fatto che effettivamente siamo ormai ridotti ai minimi termini, che la situazione ambientale è pietosa e che non sappiamo Vivere. Chi più chi meno siamo comunque tutti condizionati da quel mostro non ben definito chiamato "Società Moderna" Persino le società rurali non ne sono esenti. E' difficilissimo anche solo provare a non alimentarsi con cibi OGM e giorno dopo giorno ne sento di sempre più raccapriccianti da ogni dove. Mi si gela il sangue, mi si accappona la pelle quando leggo certe notizie sullo sfruttamento degli animali e della terra, sulle catastrofi ambientali e sulla DISSACRAZIONE di tutti gli elementi. Ma è così da un bel pò...
Fortunatamente oggi (grazie ad alcune tecnologie come internet) siamo tutti più "connessi" in maniera forse non "Naturale" ma questo è il nostro tempo e questi i nostri mezzi.
So che brucia di più per chi sente la "Terra" sotto ai piedi, ma non serve arrabbiarsi. La rabbia porta rabbia, l'odio porta odio, "occhio per occhio ed il mondo rimane cieco" disse Gandhi.
Magari proviamo a vivere noi stessi in prima persona quelle emozioni positive come la compassione, il perdono e un sorriso sulle labbra rimboccandoci le maniche per quanto possiamo noi fare di buono.
Le cose tanto cambieranno, cambieranno molto presto... anzi, è gia un mondo migliore di ieri perchè è "OGGI" e sono persone consapevoli della sofferenza della terra, che provano compassione per essa a rendere oggi migliore di ieri. Se questo non venisse mai dimenticato sarebbe ogni giorno un po di Medicina ;)
Amare è l'unica soluzione ;)
Amore è l'unica cosa che Esiste... tutto il resto ce lo siamo inventato noi..."

martedì 11 maggio 2010

Spirits in my dream - Profezie della nuova era


Ieri avrei dovuto scrivere una fiaba o un mito nativo americano...
Ma sta notte ho sognato questo.

"Nei pressi di uno stagno degli uomini si combattevano tra di loro.
Ognuno contro l'altro, senza esclusione di colpi.
Il sangue che veniva versato sulla terra e nell'acqua era velenoso e gli uomini morivano uno dopo l'altro così che in poco tempo lo stagno divenne una palude.
Mentre alcuni ancora si davano battaglia sferrando gli ultimi colpi uno intervenne con straordinari poteri e sconfisse quelli rimasti.
Il guerriero si fece avanti e mostrò il suo vero volto, cambiò sembianze. Era un "Kachina".
Radunò sotto di se tutti gli uomini che si davano battaglia e che lui aveva sconfitto e disse loro:
"Non rispettate la vostra vita e quella degli altri esseri, non sapete come vivere... Avete dimenticato proprio tutto quello che vi insegnammo e sinceramente vedervi così è una grande delusione. Meritereste di essere cancellati".
Tutti ascoltavano il Kachina in silenzio coscienti del fatto che non avrebbero potuto fare nulla per sconfiggerlo e che quello era un essere molto superiore.
"Ma la vostra fortuna è che alcuni di voi hanno capito. Ci sono uomini che non amano la guerra, ma amano la vita. Che conoscono e ricordano gli insegnamenti di come si vive, o almeno ci stanno provando, e se pochi individui ci sono riusciti potete farlo anche voi. Ma a vostre spese questa volta.
Così gli uomini vivranno nelle grotte sottoterra, tornerete nel grembo dell madre e li dovrete imparare a convivere o, se volete, continuare ad uccidervi tra di voi.
E così sarà.
Gli uomini buoni rimarranno con noi tra gli alberi e il vento, sotto il sole e le stelle, perchè loro sanno vivere. E insieme ricostruiremo tutto quello che avete distrutto per quando sarete, se sarete, pronti a ritornare.
Così ci saranno 2 fratelli uno saggio ed uno stolto e sebbene il saggio abbia diritto di vivere fuori e lo stolto dentro.
Il saggio verrà con voi per farvi da guida ed insegnarvi quello che dovete sapere, sappiate che il fratello saggio è nostro fratello, lo stolto potrà ammirare suo fratello e venir fuori quando vorrà per capire meglio.
Così sarà e per il tempo necessario l'uomo vivrà nelle grotte sottoterra e si nutrirà di pipistrelli animali che vivono li e di piccole piante e radici.
Quando l'uomo imparerà a convivere con il suo simile, a rispettare la terra che lo circonda e ad amare se stesso e tutto il creato. Ci sarà una nuova luce all'alba della nuova era.
E gli uomini saranno pochi ma buoni, costretti ad imparare da questa sofferenza. E la terra vi ridarà di nuovo alla luce, quando sarà tempo per voi di rinascere e ricongiungervi con i fratelli maggiori"

martedì 4 maggio 2010

Awakening

Mi sono svegliato in un mondo,
dove ogni giorno devi combattere per sopravvivere.
Dove ogni giorno
deve essere solamente un altro passo
verso la meta.
Mi sono svegliato in un mondo,
dove nulla è per sempre,
nemmeno un diamante.
Dove ogni giorno
qualcosa muta e cambia,
in continuo movimento.
Mi sono svegliato in un mondo,
senza più lacrime.
Tranne quelle volte...
Quelle volte che...
Mi sono svegliato in un mondo,
che non sembra più quello di prima.
Un mondo dove tutto
sembra follia,
Incalzante.
Mi sono svegliato in un mondo,
pieno di sfide e di promesse.
Dove ogni giorno
potrebbe essere l'ultimo
o il primo.
Mi sono svegliato in un mondo,
dove è molto difficile
distinguere il bene dal male,
l'alto dal basso,
il dentro dal fuori.

Mi sono sveglieto in questo mondo,
e non so dove cazzo mi trovo.

Qui,
bisogna perdersi per trovarsi
e le debolezze diventano volontà.

I colori sono diversi,
e la mente,
esausta,
fa spazio al Cuore.

lunedì 3 maggio 2010

Topo che salta

Questa settimana invece di aprire a caso il libro sui miti dei nativi americani, ho scelto di pubblicare questo bellissimo racconto di Hyemeyohsts Storm tratto dal libro intitolato "Sette Frecce"...
Ho sempre trovato meravigliosa questa leggenda pregna di significati e simbolismi.
Immergetevi anche voi in questa meravigliosa lettura e partite per un viaggio assieme a Topo che Salta :)



"C’era una volta un Topo. Era un topo sempre affaccendato, che cercava dappertutto, toccava l’erba con i baffi e teneva gli occhi bene aperti. Naturalmente aveva da fare, come tutti i Topi hanno da fare. Ma di tanto in tanto sentiva un suono strano: allora alzava la testa, strizzava gli occhi e si chiedeva che cosa potesse essere. Un giorno corse da un altro Topo e gli chiese “ Hai sentito una specie di rombo nelle orecchie Fratello?”

“Ma no” rispose l’altro Topo, senza neppure alzare il suo naso affaccendato da Terra “non ho sentito niente. Ma ora ho da fare. Parliamo dopo”.

Fece la stessa domanda a un altro Topo e questi lo guardò con aria strana “Sei diventato matto? Quale suono?” chiese e corse in un buco di un pioppo caduto a Terra.

Il Topolino scosse i baffi e si dette da fare, deciso a dimenticare tutta quella faccenda, ma dopo un po’ sentì di nuovo quel rombo: era debole, molto debole, ma c’era! Un giorno, decise di fare indagini per conto suo e di scoprire un po’ cos'era quel suono. Lasciò gli altri Topi affaccendati, si allontanò un po’ e si mise di nuovo ad ascoltare. C’era ancora! Drizzò le orecchie per sentire meglio, quando una voce gli disse “Salve”. “Salve Fratellino” disse ancora la voce, e per poco Topo non saltò fuori dalla sua pelle. Curvò la schiena e la coda e si preparò a scappare.

“Salve” disse ancora la voce “Sono io, Fratello Procione” Ed era proprio vero! “Che ci fai tutto solo, fratellino?” chiese il Procione. Il Topo arrossì, e con il naso toccò quasi Terra. “Ho sentito un rombo nelle orecchie e volevo vedere cos’era” rispose timidamente.

“Un rombo nelle orecchie?” disse il Procione sedendosi accanto a lui “Fratellino, tu ha sentito il Fiume”.

“Il Fiume?” chiese Topo con una punta di curiosità “Che cos’è un Fiume?”

“Vieni con me e ti farò vedere il Fiume” disse Procione.

Piccolo Topo aveva paura, ma era deciso a scoprire una volta per tutte cos’era il rombo. “Poi posso sempre tornare al mio lavoro” pensò. “Forse una volta che avrò sistemato questa faccenda, mi potrà aiutare ad esaminare le cose e a raccoglierle. E pensare che i miei Fratelli dicevano che non era niente. Gliela farò vedere io. Chiederò a Procione di tornare con me e avrò anche la sua prova.

“Va bene Fratello Procione” disse Topo “portami al Fiume, vengo con te.”

Così Topo seguì Procione, mentre il Cuore gli batteva in petto. Il Procione lo portò lungo sentieri sconosciuti e piccolo Topo sentì l’odore di tante cose che avevano percorso quella via. Spesso ebbe paura e fu quasi sul punto di tornare indietro, ma alla fine arrivarono al Fiume, chiaro e profondo in certi punti, fangoso in altri. Era così grande che Topo non riusciva a vedere dall’altra parte. Rombava, cantava, gridava e tuonava lungo il percorso. Piccolo Topo vide trascinati sulla superficie pezzi grandi e piccoli di Mondo.

“E’ potente!” disse, cercando le parole.

“E’ una cosa grande” rispose il Procione. “Vieni, voglio presentarti un’Amica”.

In un punto più calmo e più basso c’era una ninfea Verde e lucida e sopra la ninfea c’era una Rana, verde quasi quanto la foglia su cui sedeva. La pancia bianca della Rana si vedeva chiaramente.

“Salve Fratellino” disse la Rana “Benvenuto al Fiume”.

“Ora devo lasciarti” disse Procione ”Ma non temere, Fratellino, perché ora Rana avrà cura di te”. E Procione si allontanò per cercare cibo da lavare e mangiare lungo la riva del Fiume.

Piccolo Topo si avvicinò all’Acqua e vi guardò dentro : vide l’immagine di un Topo terrorizzato. “Chi sei?” chiese Piccolo Topo al riflesso “non hai paura a stare in mezzo al grande Fiume?”. “No” rispose la Rana “non ho paura perché fin dalla nascita ho il Dono di poter restare sopra e dentro il grande Fiume. Quando Inverno arriva e fa gelare questa Medicina, io divento invisibile. Ma finchè Uccello di Tuono vola, io sono qui. Per vedermi, bisogna venire quando il Mondo è verde. Io, Fratello, sono la custode dell’Acqua.”

“Straordinario” disse Piccolo Topo alla fine, cercando, ancora una volta le parole.

“Ti piacerebbe avere un po’ di Potere di Medicina?” chiese Rana.

“Potere di Medicina? Io?” chiese Piccolo Topo. “Sì, sì! Se è possibile!”.

“Allora accucciati più basso che puoi, e poi salta più in alto possibile e avrai la tua Medicina” disse Rana.

Piccolo Topo fece come gli era stato detto: si accucciò più in basso che potè e poi saltò. E quando saltò i suoi occhi videro le Montagne Sacre. Piccolo Topo non credeva ai suoi occhi. Ma erano là! Quando però ricadde, atterrò nel Fiume! Piccolo Topo si spaventò e riguadagnò la riva. Era bagnato e spaventato a morte. “Mi hai ingannato!” gridò a Rana. “Aspetta” disse la Rana “Non ti sei fatto male. Non farti accecare dalla paura e dalla rabbia. Che cosa hai visto?”

“Io” balbettò Topo “Io…io…io…ho visto la Montagne Sacre!”.

“E hai anche un nuovo nome!” disse Rana “Ti chiami Topo che Salta”.

“Grazie, grazie” disse Topo che Salta, ringraziandola ancora “Voglio ritornare dalla mia Tribù e dire loro di questa cosa che mi è capitata successa.

“Bene, allora vai” disse Rana ” ritorna dalla tua Tribù, non ti sarà difficile ritrovarlo. Basterà che tu vada nella direzione opposta a quella del suono del Fiume di Medicina e troverai i tuoi fratelli topi”.

Topo che Salta tornò al Mondo dei Topi, ma trovò soltanto delusioni: nessuno voleva ascoltarlo. Poi, dato che era bagnato, e che non sapeva come spiegarlo, visto che non c’erano state piogge, molti Topi avevano paura di lui, perché credevano che fosse stato sputato dalla bocca di qualche animale che aveva cercato di mangiarlo. E tutti quanti sapevano che se non era stato cibo di uno che lo voleva, allora sarebbe stato veleno anche per loro.

Topo che Salta viveva ancora tra la sua Gente, ma non riusciva a dimenticare la visione delle Montagne Sacre. Il ricordo bruciava nella mente e nel cuore di Topo che Salta e un giorno egli andò sul limitare del Fiume. Topo che salta andò al limite del luogo dove vivevano i Topi e guardò la prateria. Poi guardò in alto per vedere se c’erano Aquile: il Cielo era pieno di Macchie, ognuna di esse un’Aquila. Ma era deciso a raggiungere le Montagne Sacre, per cui si fece coraggio e prese a correre più che poteva nella prateria. Il piccolo cuore gli batteva forte per l’eccitazione e la paura.

Corse finchè arrivò alla casa di un Saggio: stava giusto riposandosi e riprendendo fiato quando vide un Vecchio Topo. La macchia di salvia dove viveva Vecchio Topo era infatti un rifugio per i Topi: c’era abbondanza di semi, di materiale per costruirsi un nido e molte cose di cui occuparsi.

“Salve” disse Vecchio Topo “Benvenuto”.

Topo che Salta era stupefatto: un posto e un Topo del genere non li aveva mai visti “Tu sei sicuramente un Grande Topo” disse Topo che Salta con tutto il rispetto che riuscì a racimolare “e questo è sicuramente un posto meraviglioso. Oltretutto qui le Aquile non possono vederti” aggiunse. “Sì” disse Vecchio Topo “e da qui si vedono tutti gli essere della prateria: il Bisonte, l’Antilope, il Coniglio e il Coyote. Da qui si vedono tutti e si possono imparare i Nomi”.

“Meraviglioso” disse Topo che Salta “e vedi anche il Fiume e le Grandi Montagne?”.

“Sì e no” disse Vecchio Topo con convinzione. “So che esiste il Grande Fiume, ma temo che le Grandi Montagne siano solo un mito: scordati il desiderio di vederle e rimani qui con me. C’è tutto quello che si possa desiderare, e ci si sta bene”.

“Come si può dire una cosa del genere?” pensò Topo che Salta “la Medicina delle Montagne Sacre è un qualcosa che non si può dimenticare”.

“Grazie per il cibo che hai diviso con me Vecchio Topo e grazie anche per avermi fatto entrare nella tua grande casa” disse Topo che Salta “ma io devo cercare le Montagne”.

“Sei proprio uno sciocco ad andartene. Ci sono tanti pericoli nella prateria! Guarda su!” disse Vecchio Topo, con ancora maggiore convinzione. “Guarda quelle Macchie! Sono Aquile e ti prenderanno!”.

Andarsene costò grande sforzo a Topo che Salta, ma raccolse tutto il coraggio che aveva e riprese a correre. Il Terreno era impervio, ma drizzò la coda e corse a più non posso; mentre correva sentiva le Ombre di quelle Macchie sulla schiena. Tutte quelle Macchie! Alla fine arrivò ad un cespuglio di ciliegie selvatiche. Topo che Salta non credeva ai suoi occhi: era un posto molto spazioso e fresco, e c’erano acqua, ciliegie e semi da mangiare, erba per costruire il nido, cavità da esplorare e molte cose da fare. E c’erano anche tante cose da raccogliere.

Stava proprio esaminando il suo nuovo dominio quando sentì un respiro pesante: cercò da dove proveniva e scoprì un grande mucchio di peli con corna nere: era un Grande Bisonte e Topo che Salta credette a malapena alla grandezza di quell’Essere che vedeva davanti a sé. Era così grande che Topo che Salta avrebbe potuto stare tranquillamente in una delle sue grandi corna. “Che Creatura Magnifica” pensò Topo che Salta e si avvicinò.

“Salve Fratello” disse il Bisonte “Grazie per essere venuto”.

“Salve Grande Creatura” disse Topo che Salta “perché te ne stai qui?”.

“Sono malato e sto per morire” disse il Bisonte “e la mia Medicina mi ha detto che soltanto l’occhio di un Topo può farmi guarire. Ma non esiste una cosa chiamata Topo, Fratellino”.

Topo che Salta rimase sconcertato “Uno dei miei occhi” pensò “uno dei miei occhi, così minuscoli!” e corse a rifugiarsi sotto un cespuglio di ciliegie selvatiche. Ma sentiva il respiro di quella Creatura farsi più difficile e più lento. “Morirà” pensò “Se non gli do il mio occhio. Ed è una Creatura troppo Grande perché la possa lasciare morire”.

Così tornò dove giaceva il Bisonte e parlò “Io sono un Topo” disse con voce tremante “E tu, Fratellino mio, sei una Grande Creatura. Non posso lasciarti morire. Ho due occhi, e così puoi averne uno”. Non appena ebbe detto queste parole, l’occhio di Topo che Salta volò via dalla testa e il Bisonte guarì e si alzò in piedi facendo tremare tutto il mondo di Topo che Salta.

“Grazie, Fratellino” disse il Bisonte “So della tua ricerca delle Montagne Sacre e della visita al Fiume. Tu mi hai donato la Vita in modo che io possa donare al Popolo. Sarò tuo Fratello per Sempre. Corri sotto di me: ti porterò ai piedi delle Montagne Sacre e non dovrai temere le Macchie, perché le Aquile non ti vedranno correre sotto di me. Vedranno soltanto la schiena di un Bisonte. Io sono un Essere della prateria e ti schiaccerei se tentassi di scalare le Montagne”.

Così Piccolo Topo corse sotto il Bisonte, finalmente al sicuro e nascosto alla vista della Macchie; ma con un occhio solo aveva paura: tutte le volte che il Bisonte faceva un passo, gli zoccoli possenti scuotevano tutto il mondo. Alla fine arrivarono in un posto e Bisonte si fermò. “Qui devo lasciarti” disse Bisonte. “Grazie” disse Topo che Salta “Ma devi sapere che ho avuto paura a correre sotto di Te con un occhio solo; temevo i tuoi zoccoli possenti che scuotevano la Terra.

“Hai avuto paura inutilmente” disse Bisonte “perché io percorro la Via della Danza del Sole e so sempre dove vanno a cadere i miei zoccoli. Ora devo tornare alla prateria, Fratello. Mi potrai sempre trovare là.

Topo che Salta cominciò immediatamente a esplorare il nuovo posto e vide che c’erano molte più cose che negli altri posti; case da fare, e abbondanza di semi e di altre cose che piacciono ai Topi. Mentre guardava queste cose, improvvisamente vide un Lupo Grigio che era seduto a terra immobile.

“Salve Fratello Lupo” disse Topo che Salta. Il Lupo drizzò le orecchie gli occhi gli brillavano di gioia. “Lupo! Lupo! Ecco chi sono! Sono un Lupo!” Ma poi sulla sua mente scese un velo e poco dopo era nuovamente seduto immobile, senza ricordare cosa fosse. Tutte le volte che Topo che Salta gli ricordava il suo Nome, si emozionava, ma ben presto se ne scordava.

“Una Creatura così Grande” pensò Topo che Salta “e pensare che non ha la memoria”.

Topo che Salta si mise al centro di quel nuovo posto e rimase in silenzio ad ascoltare il battito del Cuore. Poi improvvisamente decise, tornò dal Lupo e gli disse “Fratello Lupo….”

“Lupo!, Lupo!” disse il Lupo….

“Ti prego Fratello Lupo” disse Topo che Salta “ Ti prego ascoltami. Io so cos’è che ti guarirà: uno dei miei occhi. E voglio donartelo. Tu sei una Creatura più Grande di me. Io sono soltanto un Topo. Prendilo”.

Non appena Topo che Salta ebbe pronunciato queste parole l’occhio gli volò via dalla testa e il Lupo guarì.

Il Lupo si mise a piangere, ma il suo piccolo Fratello non lo vide, perché ora era cieco.

“Sei un Grande Fratello” disse Lupo “perché mi hai restituito la memoria. Ma ora sei cieco. Io sono colui che guida alle Montagne Sacre e ti porterò lassù, dove c’è un Grande Lago di Medicina; è il più bel Lago del Mondo, e in esso si riflette tutto il Mondo: il Popolo, la Tenda del Popolo e tutte le creature della Prateria e del Cielo”.

“Sì, portamici” disse Topo che Salta.

Il Lupo lo guidò tra i pini fino al Lago di Medicina, dove Topo che Salta bevve. Il Lupo gliene descrisse la bellezza.

“Devo lasciarti” disse Lupo “perché il mio compito è guidare gli altri, ma rimarrò con te quanto lo vorrai”. “Grazie Fratello” disse Topo che Salta “Anche se ho paura di restare da solo, so che devi andare per mostrare agli altri la Via per raggiungere questo Posto”. Topo che Salta sedette tremando di paura. Correre non sarebbe a nulla, visto che era cieco, ma sapeva che di sicuro un’Aquila lo avrebbe trovato. Sentì un’Ombra sulla schiena e sentì anche il rumore che fanno le Aquile. Allora si rannicchiò su se stesso aspettando il colpo. E l’Aquila colpì! Topo che Salta di addormentò.

Poi si risvegliò. Grande fu la sorpresa di essere ancora vivo, ma più grande ancora scoprire che Vedeva! Tutto gli sembrava annebbiato, ma i colori erano stupendi.

“Vedo! Vedo!” disse Topo che Salta esultante. Un’Ombra confusa gli venne incontro. Topo che Salta strizzò gli occhi, ma l’Ombra rimase tale.

“Salve Fratello” disse una Voce “vuoi Medicina?”.

“Medicina per me?” chiese Topo che Salta “Sì, sì!”.

“Allora accucciati più che puoi” disse la Voce “e poi salta più in alto possibile”.

Topo che Salta fece come gli era stato detto. Si accucciò e poi saltò e il Vento la prese e lo portò ancora più in alto.

“Non avere paura” gli disse la Voce “Fidati del Vento!”.

Topo che Salta chiuse gli occhi e si affidò al Vento che lo portò sempre più in alto. Quando aprì gli occhi si accorse che ci vedeva bene e più in alto volava, meglio ci vedeva. Poi vide una vecchia Amica su una ninfea: era la Rana.

“Hai un Nome nuovo” gli disse Rana “Ora ti chiami Aquila!”.
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